venerdì 14 settembre 2012

Valle del Palmar e il Teide




Trekking a Tenerife

Immaginate, e perfino descritte, prima di essere scoperte: è la storia curiosa delle Canarie, le isole atlantiche forse più mitiche dell’Occidente. Là dove il sole cedeva all’oscurità, al confine tra noto e ignoto, Omero vagheggiò gli eterni campi Elisi, e l’antichità classica sognò i giardini incantati delle Esperidi, figlie della Notte, dove Ercole in una delle sue fatiche andò a rubare le mele d’oro. “Isole Fortunate dal clima incantevole”, presero vita nei versi di Esiodo e poi in quelli di Orazio, “isole Beate, traboccanti di fiori e frutti” vennero descritte da Diodoro il Siculo a da Plutarco: tutte erano di là dalle Colonne d’Ercole, come per Platone il resto di Atlantide. Le sette isole escono dal mito con Plinio il Vecchio, che riferisce di una spedizione all’arcipelago del re maritano Giuba, nel 25 a.C.: “Quindi c’è Canaria, che deve il suo nome ai cani di grandi dimensioni, due dei quali sono stati inviati a Giuba …”. Le Canarie ora hanno un nome; ma poi vengono dimenticate, e spariscono dalle carte geografiche. Per la loro “scoperta” bisogna attendere il XIII secolo. Vi si spingono commercianti genovesi (come quel Panzarotto Maloncello, che darà il suo nome a Lanzarote) e veneziani, nobili francesi e militari portoghesi; ma sono gli Spagnoli che tra il XV e XVI secolo conquistano le Canarie e le incorporano al mondo europeo, massacrando le fiere popolazioni primitive dalla pelle chiara che le abitavano: i Guanci fermi all’età della pietra. Primitivi sì, ma conservavano i loro morti al pari di civiltà ben più progredite, quelle egizie e inca. Credevano in un essere supremo, e avevano una struttura politica articolata. Vivevano a lungo per dei primitivi: in media 50 anni, ma ancora oggi non si sa da dove provenissero. Ancora oggi queste isole meritano un viaggio di riscoperta di ciò che sugli opuscoli non si parla, un serbatoio di leggendarie suggestioni e di enigmi che la scienza non ha risolto. E anche di incanti naturalistici unici: tropicali per latitudine, vulcaniche come morfologia, diverse per altitudini e microclimi, le isole offrono una vegetazione straordinaria per endemismi, un’avifauna ricca di specie esclusive, e un incredibile campionario di fenomeni legati al vulcanismo, qui ancora attivo.